Schiavismo

La tratta degli schiavi (attenzione : gli schiavi non furono esclusivamente negri africani ma individui di qualsivoglia provenienza ; ad es. gli europei catturati in Mediterraneo dai vascelli  barbareschi, venduti in Nord Africa e Medio Oriente) venne contrastata ed infine, a fatica, abolita nel corso dei secoli tramite un processo lungo e variegato, concretizzato in delibere ed atti sia di singoli Paesi che di consessi internazionali.

La tratta era fiorente per la ragione che diversi operatori vi traevano utili. Innanzitutto le tribù schiaviste all’interno delle varie aree africane, che, a detrimento delle tribù soggette, catturavano la materia prima per cederla ai traders europei sulla costa atlantica ed arabi sull’Oceano Indiano, Quindi codesti traders, che si facevano carico del trasporto e della vendita nei Paesi di destinazone (continente americano ad ovest ; Arabia, India e Cina ad est, dove i negri non fecero razza perchè i maschi venivano castrati). Infine i profittatori del lavoro gratuito ottenuto tramite la schiavizzazione.

Dunque l’istanza finale era lo sfruttamento del lavoro al costo più basso possibile, prossimo – ma non uguale – allo zero. In tempi attuali la schiavitù tout-court non è praticabile. Essa tuttavia, con modalità corrispondenti nei suoi tre successivi passaggi (cattura, trasporto, sfruttamento terminale del lavoro a basso costo) a quelle dei tempi passati, si ripropone grazie al fenomeno  genericamente detto “immigrazione di massa”.

La trasmigrazione di ingenti masse dal continente africano verso l’Europa assume le sembianze della modena forma di schivismo con l’unica paradossale differenza che gli oggetti (persone fisiche ma oggetti) coinvolti non vengono catturati e trasportati gratis ma, sin dall’origine del viaggio, pagano di tasca loro. Lungo il percorso esattori e traders si comportano in maniera ugualmente
spietata. I beneficiari finali, imprese e “datori di lavoro” europei, non hanno, ovviamente, la possibilità di sottoporre I nuovi schiavi ad incatenamento e punizioni fisiche, ma traggono vantaggio dalla cessione di lavoro a prezzi quanto più bassi.

Questo aspetto assume le forme più eclatanti nel caporalato e relative forme di retribuzioni a costi infimi. Ma, in effetti, concorre all’abbassamento generalizzato delle retribuzioni su scala continentale quale lineare conseguenza della competizione sul mercato del lavoro. Possiamo dunque affermare, oggettivamente ed in maniera indipendente dalle posizioni riguardo al fenomeno – dalle preci papali, al “buonismo”, all’avversione da parte dei sovranisti etc –, che l’attuale immgirazione altro non sia che la massiva forma moderna di schiavismo.

Enzo Tosi