Senatori USA

Lo sapete, fu il ‘Compromesso del Connecticut’ a risolvere illo tempore la situazione.
A Philadelphia, nel 1787, i Costituenti discutevano anche (anche) su mono o bicameralismo.
Una sola camera avrebbe avvantaggiato gli Stati più popolosi, visto che gli eletti non avrebbero potuto essere che in proporzione appunto al numero degli abitanti.
Impossibile, salvo volessero fare harakiri, per le altre ex colonie accettare.
Due camere, quindi?
Ma con quali competenze, in qual modo composte e come differenziate?
La soluzione – proposta come detto dalla delegazione del Connecticut – quanto alla composizione fu davvero particolare.
In un ramo del futuro parlamento sarebbe stato rappresentato il popolo, nell’altro gli Stati.
Nel primo – Camera Bassa – sarebbero spettati a ciascuna delle tredici neo repubbliche deputati in proporzione al numero degli abitanti.
Nel secondo – Camera Alta o Senato – avrebbero avuto rappresentanza gli Stati stessi, con due seggi a testa nulla contando in questo ambito la consistenza numerica locale.
I Rappresentanti sarebbero stati eletti ovviamente dal popolo.
I Senatori, invece, anche a rimarcare viepiù il federalismo, dalle assemblee legislative locali.
Col trascorrere dei decenni – concentriamoci ora sul Senato – non poche le critiche in merito e le proposte di cambiamento.
Sul declinare già del diciannovesimo secolo e nei primi anni del Novecento, addirittura trentatre Stati avevano adottato delle primarie per la scelta da parte degli elettori dei senatori che dipoi le predette assemblee nominavano.
In cotal modo, il popolo, teoricamente escluso dalla scelta, invero la effettuava.
Nelle elezioni del 1912, data la divisione dei repubblicani (l’uscente William Taft venne sfidato dall’ex Presidente Theodore Roosevelt che si presentò infine con un terzo partito), i democratici non solo riconquistarono la Casa Bianca con Woodrow Wilson ma vinsero nettamente anche nelle votazioni per il Congresso.
Proposero quindi e velocemente approvarono (la ratifica da parte degli Stati fu altrettanto rapida) un Emendamento – il Diciassettesimo- che entrò in vigore il 31 maggio 1913.
È dalle elezioni seguenti pertanto che i Senatori americani a livello federale sono eletti direttamente dal popolo.
La regola – tuttora imperante – prevede che il mandato sia di sei anni, che si voti ogni due (in concomitanza con le presidenziali e nelle ‘Mid Term Elections’) per un terzo dei seggi, che non sia possibile votare nella stessa tornata per tutti e due i Senatori di un Stato.

Nota bene
I Senatori USA sono attualmente cento non perché in questo modo disponga la Carta o una qualsiasi legge.
Solo invece perché gli Stati sono oggi cinquanta (due per Stato, cinquanta Stati, cento laticlavi).
Prima, per esempio, dell’arrivo a fine anni Cinquanta del Novecento di Hawaii e Alaska erano novantasei.
Dovesse entrare a far parte dell’Unione un cinquantunesimo Stato diventerebbero centodue.

Mauro della Porta Raffo