La storia del Jazz – I tradizionalisti e le nuove tendenze (anni novanta)

Da qui in avanti è un susseguirsi di corsi e ricorsi. Gli stili abbracciati sono molteplici e la maestrìa dei musicisti fa sì che il singolo artista o un  gruppo abbia approcci di esecuzione e  una varietà di stili enorme. Nascono nuovi stili, nuove sfide, il Jazz Rap, il punk-jazz, il jazzcore, il metallic jazzcore. Spicca il virtuosismo di band come quella di John Zorn, le formazioni di Wayne Horvitz e Ben Allison. I Naked City e i Pain Killer furono l’emblema dell’improvvisazione multistilistica. I Naked City (1988-1993) poi riformati brevemente con Mike Patton voce solista al posto di Yamataka Eye,proponevano allo stesso tempo fusion, rock sperimentale, hardcore punk, grindcore, ambient e punk Jazz, una super band, un sestetto composto da John Zorn al sax alto, Bill Frisell alla chitarra,Wayne Horwitz  alle tastiere,Fred Frith al basso, Yamataka Eye alla voce e  Joey  Baron alla batteria e furono magnificamente descritti come un giro del mondo sonoro in trenta secondi. I Pain Killer invece, sono un alter-ego, una formazione di New York di Avant-garde jazz e grindcore con John Zorn e Bill Laswell. Ogni città ha la propria scena musicale come quella newyorkese sempre in fermento. I gruppi neoclassici guidati a Wynton Marsalis sono tra le scoperte più gradite. I Jazzisti nel frattempo si sono divisi in tradizionalisti e quelli più temerari e lungimiranti, aperti ad ogni possibile soluzione stilistica, di ritmo o di influenza. Esistono le band di neo-hard Bop come il Joshua Redman Quartet o il Roy Hargrove Quintet. Non mancano le formazioni con il pianoforte in particolare evidenza come quello di Keith Jarrett (piano), Gary Peacock al contrabbasso e Jack De Johnette alla batteria nato nei primi anni ’80. Altro gruppo importante è stato il Dave Holland Quintet con Chris Potter al sassofono, Robin Eubanks al trombone, Steve Nelson al vibrafono, Billy Kilson alla batteria e il contrabbassista inglese Dave Holland, leader della formazione. Vanno quindi segnalate una miriade di formazioni  come il John Scofield Group, la Bill Frisell band, il Quarter West di Charlie Haden,il Joe Lovano Quartet, il Wayne Shorter Quartet. Ma c’è anche chi si è spinto più in là, ad esempio il trio Medeski, Martin & Wood originario di Brooklyn, New York, che con all’attivo una ventina di album propongono dell’hip hop con ritmi swing, hard e jazz e uniscono  groove elettronici  al dub, al drum ‘n’ bass con accenni di soul, funk e rock. Sono tempi moderni, unici che pescano nella tradizione ma con sentieri avventuriosi dove hip-hop, funk, rap e jazz sembrano stare vicini e lanciano un messaggio globale agli emarginati e alle persone poco fortunate a questo mondo, la black music in questo caso accomuna tutti e manda segnali di libertà e di speranza. I musicisti affermatisi nei decenni precedenti come Dave Brubeck, Wynton Marsalis, Sonny Rollins, Wayne Shorter, Michael Franks, George Benson e Jessica Williams  sono ancora in auge,suonano ed incidono sempre  anche se non  tutti sono al passo con i tempi. Negli anni ’90 emergono altri musicisti assai preparati come il brillante pianista Brad Mehldau nato a Jacksonville in Florida nel 1970,  Jason Moran, il pianista texano ora direttore Jazz al Kennedy Center di Washington D.C., il compositore, pianista e band leader statunitense  Vijay Iyer, il chitarrista Kurt Rosenwinkel,  il trombettista di colore texano  Roy Hargrove e l’eccellente Terence Blanchard (come già detto uno dei migliori trombettisti esistenti, nato a New Orleans nel 1962, noto jazzista e autore di colonne sonore). Ci sono anche il vibrafonista Stefon Harris, il sassofonista Chris Potter, Joshua Redman e il bassista Christian Mc Bride. Ma  sono anche gli anni in cui sono alla moda i campionamenti dei pezzi. Il Jazz Rap  e hip-hop dei Gang Starr che nel 1988 avevano pubblicato un singolo Words I Manifest in cui campionavano  i suoni  di un classico e di uno standard come  Night in Tunisia di  Dizzy Gillespie del 1962( attribuito anche a Charlie Parker e Miles Davis).  I Stetsasonic  realizzano Talkin’ All That Jazz campionando Lonnie Liston Smith. E non  è di certo finita. L’album d’esordio del duo hip-hop Gang Starr No more Mr.Nice Guy del 1989 ha campionato Charlie Parker e  Les Flueurs di Ramsey Lewis. I Gang Starr di  New York  hanno perfino collaborato con Branford Marsalis e Terence Blanchard. Il brano Jazz Thing pubblicato dalla Cbs nel 1990 ad opera dei Gang Starr è stato usato nella colonna sonora del film di Spike Lee Mo’ Better blues (1990) con la produzione di  Branford Marsalis  e i  Gang  Starr ancora una volta si divertono a campionare un classico, Light Blue di Thelonious Monk del 1958. Uno dei due Gang Starr, Guru(MC) da tempo malato è morto  nell’Aprile del 2010 dando fine al gruppo. Altri gruppi di metal jazzcore spuntano da varie città americane, da Salt Lake City arrivano gli Iceburn mentre i Candiria da New York. Anche il più truce Technical Death Metal ha preso ispirazione dal jazz con i lavori dei Cynic, una band di Miami,Florida che debuttarono nel 1993 e gli Atheist, anch’essi della Florida con una forte dose tecnica e riminiscenze jazz, all’attivo dal 1987 ed ancora in attività.

Aldo Pedron