Madrid, 2/5 ottobre 2015

2 ottobre 2015, visita al Museo Thyssen Bornemisza

Mille straordinarie opere non solo pittoriche.
La magia di Hopper, Schiele, Lichtenstein.

Conservavo una non poi tanto lontana memoria della incredibile

Collezione d’arte del barone Thyssen Bornemisza.

Villa Favorita a Lugano l’aveva ospitata a lungo prima del trasferimento a Madrid e più volte colà avevo diretto negli anni Settanta e Ottanta i miei attenti passi.

Oggi, 2 ottobre 2015, in una splendida, assolata, giornata madrilena, eccomi a ripetere assai gioiosamente l’esperienza.

Uno spazio espositivo che ha pochi uguali in Terra.

Una Collezione – già infinita – decisamente ampliata per iniziativa della consorte spagnola del barone, purtroppo nel trascorrere degli anni defunto.

Mille sale – verrebbe da dire – su tre piani.

Tutti i pittori del mondo, secondo il Canone Occidentale, non risultando presenti i Maestri orientali.

Tutti o quasi – ovviamente nel sogno – gli artisti memorabili per quanto non mi sia occorso, girando attento ma forse non abbastanza, di imbattermi in un Klimt.

Alla fine, la conferma di una antica riflessione: infinitamente ammirevoli i grandi del passato, naturale la supremazia di Duccio, unico Caravaggio, magnifico Holbein il Giovane, pregevoli non pochi fiamminghi, supremi ancora, venendo a giorni a noi più vicini, Picasso (di certo) e Chagall almeno, delizioso eppure inquietante Magritte e via dicendo, ma delibati ogni volta senza soverchia mia partecipazione…

L’emozione, la più forte emozione – come sempre, ripeto – me la danno, me l’hanno di nuovo data, Egon Schiele, Edward Hopper (surtout) e gli Americani della ‘New York Renaissance’: Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg, Jasper Johns (peraltro, al Thyssen assente, devo credere) in primis, non trascurando Jean Michel Basquiat.

E’ di fronte a non poche delle loro opere che annichilisco.

E’ imbattendomi costà in un sei/sette loro lavori che ho a lungo sostato.
Una giornata spesa davvero bene – come dicevo – questo 2 ottobre 2015 madrileno.

Una giornata della quale, oltre la memoria imperitura, mi restano tre per quanto tecnicamente possibile (riflessi a parte) bellissime immagini nelle quali vengo ritratto appunto davanti a un coinvolgente Schiele, a un Hopper intensissimo (che incredibilmente anni fa avevo voluto in copertina nel mio ‘Albergo a ore’) a un Lichtenstein allegro e cortese…

Evviva.
Mille volte evviva!

Case sul fiume di Egon Schiele
Case sul fiume, Egon Schiele
Donna nel bagno, Roy Lichtenstein
Donna nel bagno, Roy Lichtenstein
Stanza d'albergo, Edward Hopper
Stanza d’albergo, Edward Hopper

 

3 ottobre 2015, Flamenco a Las Talpas

Rafael Peral, stasera, era ispirato dal ‘duende’?

Difficile, quasi impossibile (eppure possibile), arrivare al Las Talpas, in Plaza de Espana nombre 9.

Appuntamento alle otto di sera e per quanto mi sia mosso per tempo, un quarto d’ora quasi di ritardo.

Sul palco, nell’ombra che pure consente l’orientamento, cinque ‘flamencarios’ (si dice cosi’?).

Il ‘cantaor’ Jesule de Utrera, la ‘guitara’ Luis Miguel, le ‘bailaoras’ Lucia de Miguel e Marisa Adame, il ‘bailaor’ Rafael Peral.

Sapete com’e’, vero?

Il repertorio, per quanto ottimamente eseguito, è alla fine pressappoco sempre lo stesso: un alternarsi di canti struggenti strozzati in gola, assoli di chitarra, balli aggraziati eppur frementi dei ‘bailaores’, femmine in primo piano.

Poi, Rafael Peral si allontana.

Torna, mutato d’abito, subito in scena.

E ed e’ tutto, d’improvviso, diverso.

L’impeto armonioso, l’ardore, la potenza evidente e insieme contenuta, la grazia, la generosità, il ritmo, la forza, la virile armonia…
Subito mi sovviene del lorchiano ‘duende’, di quella forza sotterranea che secondo Federico Garcia Lorca a volte, scaturendo dalle viscere della Terra – a volte, ripeto – in casi particolari e fortunati, s’impossessa di un artista ‘costringendolo’ a dare il meglio di sé.

Peral e’ sublime, mi dico.

Poi, mi rendo conto che i camerieri, ovviamente impegnati a servire ai tavoli, non hanno degnato di uno sguardo i ‘bailaores’, tanto meno Peral.

Ho assistito a una rappresentazione professionalmente buonissima e niente di più, parrebbe?

Rifiuto tale conclusione: il ‘duende’, il fatidico ‘duende’ era a Las Talpas stasera.

Per me, devo concludere?

 

4 ottobre 2015, Visita di dovere al Prado

Il Murillo che cerco non c’e’, e avrei dovuto saperlo

Fantastico il Prado: la sala numero 6 è indicata come ‘del Caravaggio’ e del grande pittore nato nell’anno di Lepanto c’è solo un’opera modesta e minore: ‘Davide e la testa di Golia’.

Un imbroglio!

Quanto al resto – lo sapevo – sfilata di quadri senz’anima, Greco, Goya, Velasquez compresi.

Mille dipinti invero intercambiabili, anonimi, rappresentativi certamente di modi e stili che occorre conoscere e subito dopo dimenticare.
Poi, un Beato Angelico straordinario, per fortuna, e una bella sfilata di fiamminghi.

Giro come un indemoniato cercando Murillo.

Adoro il suo ‘San Pietro in lacrime, già visto a Rimini nel 2012.

Delusione: la versione del Prado è decisamente inferiore.

Il dolore, l’angoscia, il profondo pentimento non si vedono, non si sentono.
Esco infelice!

 

5 ottobre 2015, Soldati a cavallo

Sfilata da Palazzo Reale, lungo Calle Mayor, delle guardie a cavallo in occasione della presentazione al Re degli ambasciatori.

Uomini in divisa bianca, uomini in divisa blu, cavalli in gran parata, una splendida carrozza…

A seguire, incredibilmente per noi, una macchinetta opportunamente adattata per la raccolta degli eventuali escrementi dei destrieri!

soldati

 

Mauro della Porta Raffo