Il telescopio Hubble compie venticinque anni

Venticinquesimo compleanno per il telescopio spaziale Hubble, lanciato il 24 aprile 1990 con lo Space Shuttle Discovery come progetto comune della NASA e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Scopo di Hubble – peso undici tonnellate – che orbita intorno alla Terra in novantasette minuti alla distanza di cinquecentosessanta chilometri, è quello di permettere un’osservazione astronomica al di fuori dell’atmosfera terrestre, che, come è noto, distorce le immagini e filtra la radiazione elettromagnetica a certe lunghezze d’onda, in particolare nell’ultravioletto.

In questi venticinque anni Hubble ha scattato alcune tra le immagini più dettagliate e significative nello spettro visibile, cambiando il modo di vedere l’Universo e permettendo importanti scoperte in astrofisica, tra cui una precisa determinazione della velocità di espansione dell’Universo.

Il progetto, costato due miliardi di dollari, ha inizialmente risentito di un difetto nella costruzione dello specchio primario, difetto risolto in maniera mirabolante nello spazio con l’aggiunta di un’ottica correttiva nella missione di servizio STS-61 del 1993.

Il telescopio Hubble
Il telescopio Hubble

Hubble non è il primo telescopio spaziale, ma il più grande e versatile, e costituisce una risorsa vitale per la ricerca astronomica contemporanea.

A bordo ci sono apparecchiature tecnologiche sofisticate e potenti che hanno permesso scoperte uniche come la ripresa eccezionale delle immagini della collisione della cometa Shoemaker-Levy 9 con il pianeta Giove nel 1994.

Ad Hubble spetta la prima immagine di un pianeta extra-solare raccolta da un telescopio ottico.

L’immagine, pubblicata nel novembre del 2008, mostra il pianeta Fomalhaut b immerso nel disco protoplanetario di polveri e gas che circonda la sua stella, Fomalhaut.

Nel 2010, è stata scoperta la galassia più lontana da noi, circa tredici virgola due miliardi di anni luce, il che equivale a un’osservazione di quello che era l’universo quattrocentoottanta milioni di anni dopo il Big Bang.

Il 20 luglio 2011 è stato scoperto il quarto satellite di Plutone e l’anno successivo un altro satellite di Plutone, il quinto.

Alcune osservazioni di Hubble suggeriscono che il nostro Universo si trovi in uno stato di espansione accelerata e che la maggior parte delle galassie contengano un buco nero nel loro nucleo.

Insomma dobbiamo all’attività di Hubble una serie di osservazioni sia all’interno che al di fuori del nostro sistema solare che ci danno informazioni preziose per capire come è fatto il nostro universo.

Tutto questo grazie al fatto che Hubble è sensibile a tutto lo spettro del visibile, oltre che all’ultravioletto.

Inoltre lo spettrografo STIS (Space Telescope Imaging Spectrograph) di cui il telescopio dispone, ha il pregio di avere una capacità bidimensionale rispetto a quella unidimensionale di un normale spettroscopio.

Ad esempio è possibile rilevare simultaneamente lo spettro di diversi punti di una galassia, invece di eseguire una rilevazione alla volta di ciascun punto.

Insomma, lo sguardo prolungato di Hubble sull’universo lontano ha svelato un mondo inesplorato di oggetti diversi e discordanti, di esplosioni violente, di collisioni tumultuose di galassie, raccontando per immagini l’evoluzione dinamica dell’universo dal momento del Big Bang.

Nel 2018 Hubble sarà affiancato da un altro telescopio: James Webb Space Telescope posto su un’orbita molto più distante che opererà però nell’infrarosso, con l’obiettivo principale di osservare le galassie responsabili della formazione dell’Universo primordiale.

Ma Hubble continuerà a lavorare inviando sulla Terra immagini preziose fino al cessare della sua attività prevista intorno al 2030.

                                               3 maggio 2015

Ludovica Carlesi Manusardi