Poesie

Poesie edite sul tema dell’impossibilità di vivere tutte le innumerevoli occasioni che la vita propone e sull’evoluzione della propria consapevolezza in merito.

 

Se nella vita

ti fosse concesso

provare

e

riprovare

e

mantenere

intatta

speranza e giovinezza!

 

In quella sala d’aspetto

alla stazione

sembrava allora il mondo

chiuso nei desideri

e nella mano.

Ora dal treno,

so che l’Ignoto è

a detenere ogni potere.

 

Con grandi rimpianti

mi confermo

ma so

della possibile espansione

dei miei riferimenti.

E’ già cogliere

l’essenza,

catturare significati,

vivere moltiplicata,

è possedere

la chiave per aprire

porte e porte.

 

Ti guardo

come da un’altra vita

immagine sprovveduta e gentile,

mio io di ieri,

così ignara di te stessa

da subire offesa

senza mai dolertene

e pattuire la vita

morendo un po’ ogni giorno.

Allieva della vita, Ed. Del Leone, 1999;

 

Non sapremo mai

il segreto del cuore

che mosse passi ,parole

che negò, affermò, isolò

memorie, ombre, illusioni;

non sapremo mai

chi nascose il capo

o chi affrontò,

il racconto d’altri

a malapena inteso

sempre falserà

l’intima storia.

 

Visi di donna

da antichi quadri

mi paiono baluardi

della convenienza,

a monito s’intende:

‘Non fingere come feci

vita che non fu mia mai!’

 

Se qualcuno dal passato

mi cercasse,

potrei raccontare

di una vita o due, o tre o più.

Potrei alternare dolore e amore,

parole con silenzio,

ma mai potrei differire sul presente.

 

Eravamo giovani

senza saperlo,

carichi del peso delle attese,

l’anima dalla privazione segnata

più che dal possesso.

Nel trascorrere poi

una nostalgia sempre più acuta

per non aver saputo vivere.

Le parole necessarie, Ed. Del Leone, 2002;

 

Ancora mi dico:‘Già finito il tempo!’

Ogni momento scopro

dell’accaduto il non ritorno.

Ed è una gara tra me e l’ore

la capacità d’amare.

Alla soglia d’ogni pensiero:

‘Avrebbe potuto essere diverso’.

Certezza non riposa stabile:

afferriamo l’aria, solo,

della nostra inconsistenza.

 

Certi amori sono

come frutti acerbi

caduti a terra

in prematuro sfarsi:

come un addio al compiuto,

a pienezza soave.

Giacciono sconfitti,

prigionieri in una forma

in potenza

non osando, non potendo osare

la propria essenza.

 

Certe vite, abbozzate,

portano il mancato, l’inespresso.

Arrestate ai limiti d’una età,

ripetono un destino d’altri,

insensibili al mutamento,

al trasmigrare di coscienza.

Nelle ragioni della vita, Ed. Del Leone, 2005;

 

Neppure saprebbero dire

come sono arrivati fin qua.

Non c’era progetto simile

avanti i passi,

non conscia intenzione:

sono affiorati al presente

carichi d’anni

con l’impressione

d’aver sognato.

 

E sentire l’acqua ritrarsi,

cedere la sabbia sotto il tallone.

Una bimba, due giovani donne

aspettare, senza conoscersi,

l’onda di novembre.

Se la vita ha un senso

dipende da chi la vive.

Oltre il quotidiano, Moretti&Vitali, 2009;

 

E’ invecchiato con me il giardino

e le sue rughe sono il disordine,

le erbe strabordanti i sentieri,

l’intreccio sui rami dei rampicanti,

le sterpaglie, l’affollarsi dei rovi,

le specie selvatiche nei vasi.

Eppure sembra nascondere

una ricchezza nuova e segreta

come una complessità di vite e storie,

un vigore a stento trattenuto.

 

Ho vissuto la mia vita

come fosse una,

tra le tante possibili:

ma invece era l’unica.

E quando tutto intorno

divenne piccolo,

ero cresciuta.

La visione assorta, Ed. Interlinea, 2012;

Silvia Venuti