‘Nuovo cinema Paradiso’

Non sono cinematograficamente monoteista, ovvero non credo in un solo film e in un solo genere.

Reputo decisivi per la mia formazione film di Totò e di Bergman, ‘Amarcord’ di Fellini e ‘Il Gattopardo’ di Visconti, e mi scuso sia della confusione dei generi e degli autori che del panico nel dover indicare un solo film che è entrato nella mia vita. Vorrei dire ‘Anonimo veneziano’ perché fu la mia prima recensione, a quattordici anni e presi nove e mezzo a scuola (il dieci appariva troppo perfettino o troppo infantile, da elementare).

Gli unici film che riesco a rivedere sono quelli di Totò.

Di solito per non dispiacere i vivi, si cita un autore morto, perché sa più di classico. Io invece per dispiacere i vivi e non dispiacere ai morti, che onoro più dei viventi, alla fine opto per un vivente, Tornatore, e per il suo ‘Nuovo cinema paradiso’.

Mi piacque un sacco, perché mi ricordava i pomeriggi passati al cinema del mio paese, mi ricordava il sud, la mitologia paesana, la antica cafoneria del corso, gli scazzi e i rumori in sala e la cavalleria rusticana.

La trovata che lo rese ancor più fascinoso fu il passato visto con gli occhi di un bambino; mi identificai in lui e nel suo stupore infantile, tornai bambino, rividi gli zombie del paese, le sagome curiose e gli aneddoti più saporiti.

Rividi il cinema come un sogno collettivo fatto insieme, ridendo e piangendo insieme e a volte digerendo anche, insieme.

Quello fu un film sul cinema, il primo soffio di modernità e globalizzazione che arrivava nel villaggio ed assumeva le sembianze del paese.

Tenero, appassionato, pulito, dove l’amicizia tra un adulto e un bambino non alludeva alla pedofilia.

Uscii dal cinema con la voglia di baciare la maschera e l’operatore, e col segreto desiderio di tornare dentro, in sala.

E insieme con la nostalgia del vecchio sud, del vecchio cinema di provincia e della tua infanzia.

Un film pieno di tornanti; mi sentii anch’io, emigrato da quel piccolo mondo antico e terrone, un tornatore.

Marcello Veneziani