Un ricordo di Tullio Regge e Gustavo Rol

Nella seconda metà degli anni Cinquanta, per la precisione nel 1957, preparavo la tesi di laurea in fisica nucleare a Torino e, quando potevo, andavo a sentire insieme alla mia compagna di corso Magda Olivetti, una ragazza bellissima e molto intelligente, nipote del mitico Adriano, le brillanti lezioni di fisica teorica tenute da un simpatico giovanottone, Tullio Regge.

Tullio, che aveva qualche anno più di noi, ci incantava per la facilità con cui sviscerava ogni argomento, unita ad un humour sottile che sconfinava a volte in un pungente sarcasmo.

Una sera, attardatomi nella biblioteca dell’Istituto per completare alcuni calcoli, vidi apparire alle mie spalle la massiccia figura di Tullio che mi chiese a bruciapelo cosa sapevo di Gustavo Rol.

Rol era, ma lo è ancora oggi, un personaggio conosciutissimo a Torino per le sue straordinarie capacità paranormali o parapsichiche, definizioni che lui comunque rifiutava.

E’ noto che Torino è da sempre una città “misterica” e quindi particolarmente sensibile e morbosamente interessata a tutti quei fenomeni che esulano dalla normalità quotidiana e che appaiono come tali inspiegabili.

Gustavo Rol
Gustavo Rol

Il caso di Rol era oggettivamente straordinario in quanto si trattava di una persona di elevata classe sociale e di grande cultura, che si divertiva a fare i suoi “esperimenti” senza alcuno scopo di lucro e che, tra l’altro, usava le sue doti di sensitivo anche per alleviare il dolore dei pazienti e proporre diagnosi.

Veniva talvolta chiamato in camera operatoria, ad esempio dal celebre chirurgo Dogliotti, per aiutare a localizzare con precisione parti malate che a quell’epoca, non essendovi né TAC né risonanza magnetica nucleare, erano di difficile individuazione.

Per noi fisici queste doti di eccezionale sensitività non erano di primario interesse, e tanto meno la sua capacità di indovinare le carte in mano ad un giocatore o altre perfomances strabilianti di telepatia e chiaroveggenza che potevano essere ricondotte, probabilmente, a capacità di prestidigitazione o di tipo ipnotico; non riuscivamo invece a capire, ed ovviamente eravamo curiosissimi in proposito, come riuscisse a “creare” della materia, cioè la comparsa di oggetti che si materializzavano improvvisamente sotto forma ad esempio di un particolare bottone di una divisa napoleonica, come raccontavano persone che avevano assistito a questi fenomeni.

Non fu possibile organizzare un incontro, ma Regge si era interessato al personaggio Rol e seppi, anni dopo, che, nei primissimi anni Sessanta, lo aveva incontrato rimanendo però scettico sulle sue effettive facoltà.

Tullio Regge
Tullio Regge

Dirà poi che “veri o falsi che fossero i suoi esperimenti non si usciva mai scontenti da un incontro col mago; il minimo che si possa dire è che era di certo un personaggio di alta caratura, un vero erede di Cagliostro, incontestabile punto focale della Torino magica”.

Leggendo l’anno scorso l’ennesimo libro su Rol (Maurizio Tornavisio “Gustavo Rol, la vita, l’uomo, il mistero”) ho trovato citati degli incontri del mago a casa della mia ex-compagna d’università Magda Olivetti, nel frattempo divenuta forse la migliore traduttrice dal tedesco per conto delle maggiori case editrici italiane.

Ho scritto a Magda di raccontarmi qualcosa di quelle riunioni.

Ecco la sua risposta.

“Ricordo perfettamente le serate a casa mia con Rol.

Ricordo anche che in presenza di una personalità forte come il celebre fisico teorico Tullio Regge, il mago Rol non voleva fare nulla, perché si sentiva infastidito da lui.

E’ vero però che Rol possedeva delle capacità “extrasensoriali” perché le ho potuto constatare personalmente.

Ricordo bene che Rol sapeva “leggere” le carte che io tenevo in mano, a lui nascoste, e non solo questo!”.

Appare però evidente che Rol rifuggiva dal “controllo” della scienza, quasi la temesse, e questo avvalora lo spietato giudizio di Odifreddi in margine alla sua recensione del volumetto di Mariano Tomatis “Rol – Realtà o Leggenda?”:

“Leggendo il libro scopriamo che il mago torinese non usava altro che il classico repertorio dei prestigiatori, e che la sua unica distinzione era in fondo “le physique du Rol”, il fatto, cioè, di saper creare un’atmosfera unica in casa sua, scegliendo accuratamente i ricchi da menare per il naso e menandoceli con classe”.

C’è da dire che tra questi “ricchi” c’erano personaggi come Fellini, Zeffirelli, Marino Marini, Sassu, Buzzati, Pitigrilli e tantissimi altri che avevano su Rol un giudizio ben diverso.

Francesco Cappellani