Scommetto: il novanta per cento di quanti con me erano ragazzi e dipoi giovani negli anni Cinquanta e Sessanta hanno divorato Erskine Caldwell.
‘Piccolo campo’, ‘La via del tabacco’ e ‘Il predicatore vagante’, scritti dal romanziere americano nella prima metà dei Trenta, erano, a quei nostri tempi una rivelazione e una magnifica fonte di informazioni: come difatti scoprire, come conoscere gli anni della Grande Depressione USA e la vita grama dei ‘poveri bianchi’ del ‘profondo Sud’ se non attraverso appunto Caldwell e Steinbeck?
E non guastava certamente, negli scritti citati, l’atmosfera caldamente erotica e sanguigna.
Bella e significativa l’immagine che qui allego.
Scattata dal grande Giorgio Lotti, benissimo rappresenta l’uomo che del suo narrare diceva: “Tutto ciò che volevo fare era raccontare una storia, e raccontarla al meglio delle mie capacità.”
Chapeau!
Mauro della Porta Raffo